Smaltire nel modo corretto i rifiuti non solo permette di tutelare l’ecosistema circostante, ma è un modo molto utile anche per riciclare i materiali di scarto o addirittura produrre energia. Ne sono un esempio lampante i residui organici, il cosiddetto “umido”, che se opportunamente trattato può essere trasformato in compost utilissimo per la fertilizzazione e la concimazione di un giardino o di un prato. Il processo di compostaggio non è particolarmente complicato tant’è che si può effettuare anche a livello domestico con appositi strumenti, come la compostiera. In questo articolo ti spiego come fare compostaggio domestico e qual è il processo chimico che porta alla formazione di questo fertilizzante.

Come avviene la trasformazione dei rifiuti organici in compost

verme che trasforma i rifiuti in compostPrima di addentrarci nel discorso del compostaggio domestico è utile sicuramente conoscere il processo chimico che trasforma i rifiuti organici in compost, così da poter agire con maggior cognizione di causa. La trasformazione avviene tramite un processo biochimico mediante il quale le sostanze che contengono molecole organiche complesse vengono degradate in composti chimici più stabili e semplici. A rendere possibile questo passaggio sono determinate reazioni che si verificano in particolari condizioni aerobiche, cioè in presenza di ossigeno, grazie all’intervento di macrorganismi (lombrichi ed insetti) e microrganismi (batteri e muffe).

Le 4 fasi del processo chimico del compostaggio

Il compostaggio è un processo di fermentazione aerobica caratterizzato da 4 fasi: fase di latenza, fase di crescita, fase termofila e fase di maturazione.

Nella fase di latenza comincia lo sviluppo dei microrganismi; nella fase di crescita si verifica un innalzamento delle temperature del materiale; nella fase termofila la temperatura della massa resta a livelli non inferiori ai 55°; infine nella fase di maturazione si verifica una fermentazione secondaria che trasforma il materiale in humus, un prodotto stabile non più soggetto alla putrefazione: il compost.

La composizione chimica del compost dipende sostanzialmente dai materiali utilizzati e più nello specifico dal rapporto tra quantità di “componenti verdi” (scarti di cucina, vegetali, scarti dell’orto ecc.) e quantità di “componenti marroni” (segatura, cartone, foglie secche, paglia, feci di animali ecc.). Le componenti verdi sono materiali prevalentemente azotati, mentre le componenti marroni sono principalmente carboniosi.

Come fare il compostaggio domestico?

Per fare il compostaggio domestico è richiesto un orto, un giardino o un prato oppure all’occorrenza si può sfruttare un’area verde in un balcone o una terrazza. Il compostaggio domestico si basa sulla tecnica del cumulo che richiede un’area di dimensioni quadrate sul terreno. Innanzitutto bisogna usare sterpaglie e rami per formare una base drenante, sulla quale vanno sistemati gli strati di miscela dei materiali alternandoli con piccoli strati di compost già pronto. Si viene a formare una sorta di montagnella che deve essere ricoperta con delle foglie.

compost terriccioLa miscela deve essere soffice per garantire il giusto ricircolo dell’aria e dotata del giusto livello di umidità. Per verificare quest’ultimo parametro è sufficiente prendere il prodotto in mano e strizzarlo energicamente: se la mano non risulta né bagnata né secca allora il grado di umidità è giusto. Se invece il materiale risulta troppo umido è opportuno rivoltarlo ed aggiungere del materiale secco. Se invece il materiale è troppo secco bisogna leggermente innaffiarlo con dell’acqua.

Il processo di maturazione dura pochi mesi durante i quali non dovrebbero sentirsi odori fastidiosi se tutto è stato fatto a regola d’arte. Tuttavia se il materiale era eccessivamente compatto e non c’era la giusta circolazione d’aria possono verificarsi fenomeni putrefattivi che danno vita ad odori molto penetranti e nauseabondi. Per evitare questo problema è consigliabile utilizzare un composter, un dispositivo apposito per trasformare i rifiuti organici in compost.

Come utilizzare un composter

Il composter, detto anche compostiera, è uno strumento alternativo per chi non ha lo spazio sufficiente per effettuare il compostaggio tramite la tecnica del cumulo. Si tratta di un recipiente di plastica facilmente reperibile che ha un costo piuttosto abbordabile, sui 30-40 euro. Deve essere collocato in una zona sufficientemente riscaldata dai raggi solari in inverno e protetta dall’ombra nei mesi più caldi. Al suo interno vanno inseriti i rifiuti organici a strati di 20 cm alternando i vari tipi di componenti verdi e marroni. Per favorire il riciclo di aria ed evitare ristagni idrici è consigliabile collocare sul fondo del composter uno strato iniziale di ramoscelli di legno.

In città potrebbe essere difficile reperire rifiuti marroni che possono essere sostituiti tranquillamente da segatura o pezzi di cartone. Per velocizzare la decomposizione dei materiali è consigliabile utilizzare un bioattivatore per compost. Infine ogni 3 mesi bisogna rivoltare il materiale con un forcone per renderlo più compatto ed ottenere un compost altamente performante.

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